Pensioni: le ultime novità su quota 41 e quota 103

Non ci sono le risorse finanziarie sufficienti per garantire le promesse sulle pensioni anticipate, questa è l’amara verità dalla quale occorre partire. Ma ci sono comunque dei tentativi «soft» per agevolare pensionate e pensionati del prossimo futuro (in particolare chi vorrà provare ad andare in pensione nel 2025)

Siamo a inizio settembre ma già si parla insistentemente delle misure sulle pensioni che saranno introdotte con la Legge di Bilancio del 2025.

Ma non se ne parla in chiave ottimistica purtroppo. Gli spazi finanziari sono stretti, non ci sono i soldi in altre parole o se vogliamo esprimerci in modo più brutale ma efficace.

Il Governo Meloni, infatti, deve trovare le risorse per confermare tante agevolazioni fiscali importanti che scadranno a dicembre se non dovessero essere trovati i soldi per rinnovarle: si pensi alle agevolazioni sul netto in busta paga di lavoratrici e lavoratori (taglio del cuneo fiscale e contributivo, fringe benefit, aliquote IRPEF) ma anche ad agevolazioni minori ma comunque molto importanti per le persone quali la carta dedicata a te o il canone RAI.

E per cittadine e cittadini che vorrebbero andare in pensione nel 2025? Le pensionate e i pensionati del prossimo futuro avranno comunque due strumenti a disposizione, anche se depotenziati rispetto alle attese:

  • quota 41;
  • quota 103.

Pensioni, ultime novità quota 41

Attualmente, la quota 41 consente la pensione anticipata ai soli lavoratori precoci e solo determinate categorie, non a tutti a prescindere.

Quali potrebbero essere le novità se il Governo trovasse le risorse finanziarie? La futura quota 41 potrebbe essere destinata a tutti i pensionati, senza le limitazioni attuali, anche se verosimilmente qualche restrizione sarà prevista.

I requisiti attuali per la pensiona anticipata 2024 con quota 41 sono i seguenti:

  • Minimo 41 anni di contributi;
  • Almeno 35 anni di contributi effettivi;
  • Almeno un anno di contributi versato prima dei 19 anni di età.

Le categorie cui è attualmente destinata questa misura sono però ristrette ovvero:

  • Caregivers che convivono da almeno 6 mesi con un familiare disabile sotto legge 104;
  • Disoccupati che hanno esaurito l’ultima Naspi da almeno 3 mesi;
  • Invalidi civili con una percentuale minima del 74%;
  • Addetti ai lavori gravosi che abbiano svolto tali attività per almeno 6 degli ultimi 7 anni o per 7 degli ultimi 10 anni.

Nel 2025 sarà possibile andare in pensione con questi requisiti e con la quota 41 per i precoci. La sfida è estendere la platea dei beneficiari e consentire ad altre persone di andare in pensione con questo strumento.

Quota 103 per la pensione anticipata nel 2025

L’altro strumento per la pensione anticipata con quota 103 dovrebbe essere eliminato.

L’obiettivo è sostituirlo con quota 41 per tutti in versione ridotta.

La quota 103 attualmente consente di andare in pensione:

  • a cittadine e cittadini con 41 anni di contributi;
  • ma solo con almeno 62 anni di età;
  • senza i 12 mesi di contributi versati prima dei 19 anni di età.

A prescindere dalla Legge di Bilancio 2025, quota 103 potrà ancora essere utilizzata da coloro che hanno maturato i requisiti nel 2023 o nel 2024.

Cittadine e cittadini che, fino al 31 dicembre 2023, hanno raggiunto i 62 anni di età e 41 anni di contributi, potranno andare in pensione anche se la quota 103 dovesse essere abolita (come purtroppo potrebbe accadere).

Stessa cosa per chi matura i requisiti nel 2024 ma decide di non andare subito in pensione anticipata. Anche nel 2025, guardando ai requisiti maturati nel 2024, cittadine e cittadine potranno andare in pensione con la quota 103.

La follia delle baby pensioni pesa ancora!

Una delle anomalie più grandi del sistema pensionistico italiano rimangono le baby pensioni.

Mentre chi vuole andare in pensione avendo lavorato una vita oggi è in difficoltà e magari deve attendere molto, oppure chi oggi ha 30-35 anni e forse in pensione non ci andrà mai, deve sempre pensare che oggi in Italia circa 160.000 persone percepiscono la pensione da circa 40 anni!

Ovvero da quando avevano meno di 35-38 anni e potevano andare in pensione con soli 14 anni sei mesi e un giorno di contributi versati. Una vera e propria follia!

Che pesa ancor di più oggi che il Paese vive il cd inverno demografico e restrizioni delle politiche del bilancio statale.